Shani Tsadik, nel suo libro “A Quick Guide To Happiness” afferma che tutte le persone, noi inclusi noi, affrontano ogni giornata producendo pensieri inutili o perfino dannosi, che ne siano consapevoli o meno.
Questi pensieri ci impediscono di sviluppare e realizzare il nostro pieno potenziale. Alcuni di loro possono persino far crollare la nostra autostima e il modo in cui percepiamo noi stessi, arrivando a influenzare il nostro senso di identità personale.
“Ogni volta che permettiamo a questo tipo di pensieri di assumere carattere di verità ci mettiamo nella condizioni di attirare situazioni negative, diverse da quelle che in realtà la vita ci offre. Ciò crea un effetto domino e ci mette in relazione con gli altri in modo disfunzionale“, scrive Tsadik.
Abbiamo pertanto bisogno di sapere qualcosa in più su questi pensieri negativi e su come essi hanno impatto su di noi.
In questo articolo faremo conoscenza con ciò che il Dr. Daniel Aman, psichiatra ed esperto di salute mentale chiama “formiche“, da “ANT” (Automatic Negative Thoughts). Ecco le nove ANT più comuni, che si manifestano attraverso il linguaggio che più o meno consciamente intratteniamo con noi stessi:
Bianco o nero
Singnifica pensare in termini dicotomici: le cose sono buone o cattive, giuste o sbagliate, belle o brutte. Comprende tutti i pensieri che pongono i giudizi agli estremi, senza vie di mezzo o sfumature.
Esempio: “Ho fatto un sacco di errori! Se non riesco a farlo perfettamente, a questo punto meglio lasciar perdere del tutto”
Filtraggio negativo
Questi sono i pensieri che ci fanno concentrare sul lato negativo di una situazione ignorando ciò che è positivo o qualsiasi altra informazione che contraddica la nostra visione negativa della situazione.
Esempio: “Il mio capo ha detto che gran parte dei miei contributi erano ottimi, ma che tuttavia è stato necessario correggere diversi errori. Probabilmente pensa che sono un incapace”.
Chiromanzia negativa
Prevedere un risultato negativo e assumere questa previsione come dato di fatto. Proprio per questo, poi, le nostre paure possono auto-realizzarsi perché diventano convinzioni. Anche se si basano su esperienze già fatte, prevedere le nostre azioni in base a comportamenti passati può impedirci di vedere l’opportunità di cambiare la nostra situazione.
Esempi: “Sono sempre stato così. Non potrò mai cambiare. So che non funzionerà, quindi non ha senso provarci.”; Lo so gà. questa relazione fallirà di nuovo, di sicuro”.
Ingigantire
Tendenza a esagerare le battute e le parole che non hanno di per sé un certo significato. Anche se qualcosa viene buttato lì come scherzo, ci convinciamo che quella persona intendesse davvero affermare quanto detto. Questo ci fa cadere in una spirale involutiva e ne facciamo un grosso problema.
Esempio: “Mi sembri moscio oggi!”
Ragionamento emotivo
Le sensazioni vengono scambiate per fatti. Tendiamo a dare conseguenza logica a stati emotivi attribuendo ad essi la caratteristica di realtà.
Esempio: “Mi sento un fallito, quindi sono un fallito. Mi sento brutta, quindi devo essere brutta. Mi sento senza speranza, per cui mia situazione è irrisolvibile”.
Colpa
Significa incolpare noi stessi e creare false credenze su noi stessi, distruggendo la nostra motivazione.
Esempi: “È stata tutta colpa mia”; “Non avrei dovuto dirlo”; “rovino sempre le cose belle”;. “Ecco sono io che porto sempre sfortuna”
Personalizzazione
Offendersi o arrabbiarsi per ciò che le persone dicono o fanno, pensando che le loro osservazioni siano rivolte a noi come persona.
Esempio: Giovanni era di pessimo umore e non ci ha notati passando. Ma noi la prendiamo nel modo sbagliato e pensiamo: “Devo aver fatto qualcosa. È ovvio che non gli piaccio, altrimenti mi avrebbe detto almeno “ciao”.
Lettura della mente
Fare supposizioni sui pensieri, i sentimenti e i comportamenti di altre persone e attribuire loro intenzionalità senza averne prove certe.
Esempio: “Maria sta parlando con Luigi, quindi preferisce lui a me. Probabilmente pensa che io non valgo molto”.
Etichettatura
Generalizzazioni ed etichette che attribuiamo a noi stessi e consideriamo quasi fossero caratteristiche innate, o pesi che ci portiamo sulle spalle.
Esempio: “Sono sempre l’ultimo a sapere le cose, ovunque io vada”.
Come disse Plutarco, “Ciò che cambiamo interiormente cambierà la realtà esterna”. Riconoscere questi pensieri negativi e liberarsene è dunque il primo passo verso la felicità.
Adattato da Tsadik, Shani D. “A Quick Guide To Happiness: Life Changing Tools and Techniques to Transform Your Life Immediately”, Ses Ventures