Monthly Archives: Aprile, 2018

assessment center

Dimostra quanto vali. Partecipa ad un Assessment Center

Aprile 30th, 2018 Posted by Notizie 0 thoughts on “Dimostra quanto vali. Partecipa ad un Assessment Center”
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Probabilmente sai già che avere successo professionale significa non solo dimostrarsi all’altezza del ruolo ma anche in linea con l’immagine dell’azienda stessa, con i valori base e con le competenze distintive richieste.

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conflitti

9 consigli pratici per gestire al meglio i conflitti latenti

Aprile 23rd, 2018 Posted by Notizie 0 thoughts on “9 consigli pratici per gestire al meglio i conflitti latenti”
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La performance lavorativa, oltre gli aspetti tecnici, all’impegno e alla dedizione, dipende sempre di più dalla capacità di relazionarsi con le persone.

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Playback Theatre

Il Playback Theatre nel team development: una proposta sfidante, ma rispettosa

Aprile 9th, 2018 Posted by Notizie 0 thoughts on “Il Playback Theatre nel team development: una proposta sfidante, ma rispettosa”
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È possibile lavorare sulle dinamiche relazionali di un team? È possibile sviluppare la fiducia e l’ascolto reciproci ANCHE considerando la gestione di emozioni e caratteri personali non sempre facilitanti?

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Coaching-Commitment-

Conosci la differenza tra Coaching, Counseling e Mentoring?

Aprile 4th, 2018 Posted by Notizie 0 thoughts on “Conosci la differenza tra Coaching, Counseling e Mentoring?”
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Sei un manager che lavora attivamente per far crescere il tuo staff. Hai un grande bisogno di persone che risolvono problemi, anziché crearli, e vuoi aiutarle a eccellere. Ma sei certo di stare usando lo strumento giusto?

Hai una comprensione adeguata della differenza tra coaching, counseling e mentoring? Facciamo un po’ di chiarezza.

Il coaching può essere utile con chiunque. Quando lo utilizzi con i tuoi collaboratori migliori la loro capacità di svolgere il loro attuale lavoro e favorisci la crescita del loro loro potenziale. Ma tieni presente che hai bisogno della loro giusta motivazione prima di iniziare un processo di coaching.

I coachee ideali sono quelli che non devono essere spinti a crescere. Sono quelli che vogliono davvero migliorare se stessi e dare il massimo. Devi prima scoprire la presenza di questo tipo di motivazione, e poi iniziare la tua azione di coaching. Se partirai con queste premesse i tuoi collaboratori non saranno gli unici a trarne beneficio. In questo modo, infatti, diventerai un manager migliore.

Un coach per definizione aiuta i collaboratori a crescere e migliorare le loro prestazioni lavorative ponendo loro domande e facendo in modo che trovino le loro soluzioni per migliorare se stessi e le performance.

Puoi sicuramente essere sia un manager che un coach per lo stesso individuo, ma tieni presente che questi sono due ruoli distintamente diversi.

Quando stai operando con il tuo cappello di manager hai a cuore gli interessi dell’organizzazione. Il tuo ruolo principale è la responsabilità di garantire risultati e garantire che gli sforzi individuali siano allineati con gli obiettivi dell’organizzazione. In qualità di manager, sei responsabile di monitorare gli altri nel raggiungimento dei loro obiettivi e di misurarne il livello di prestazioni raggiunto. La tua priorità è la produttività della tua organizzazione.

Come coach, invece, la tua attenzione è diretta più verso l’individuo nel fornirgli un supporto che gli consenta di sviluppare abilità di leadership.

Per molti aspetti, il ruolo di coaching è quello di fare da specchio in modo che il coachee possa rendersi conto più chiaramente delle sue capacità professionali e manageriali. Con il coaching promuovi la comprensione di sé e aiuti il leader a crescere attraverso l’intuizione e il feedback degli altri.

Nonostante i due ruoli siano molto diversi, un buon manager dovrebbe essere efficace in entrambi. Un bravo manager coach è in grado di reagire alle situazioni operando con entrambi i cappelli, magari in momenti diversi, perché li ritiene altrettanto importanti.

Il counseling invece, pur avendo alcuni elementi del coaching, è pensato principalmente per risolvere situazioni problematiche: è indirizzato a persone le cui cattive abitudini sono diventate croniche.

Prendersi cura dei problemi delle persone quando si presentano può costare un po’ di tempo. Se non ci si occupa di loro, tuttavia, ci si potrebbe trovare a trascorrere molto più tempo cercando di recuperare situazioni degradate. Possono essere coinvolti dipendenti il cui lavoro è costantemente al di sotto degli standard, che non rispettano regolarmente scadenze, non collaborano, sono insubordinati o sono spesso assenti o ritardatari.

Se la situazione giustifica il counseling, il primo passo consisterà nel portare il problema all’attenzione del dipendente. Questo può essere fatto con un inizio semplice e spontaneo, come “Giorgio, qualcosa non sta andando bene ultimamente, non è vero?” Spesso un servizio di counseling è fornito da uno specialista appartenente all’HR department, per la delicatezza degli argomenti che possono emergere.

In genere, tuttavia, il counseling inizia con la prima di una serie di incontri one-to-one con il dipendente problematico. Queste interviste sono lo strumento principale del counseling.

Mentre la tecnica delle domande è il principale strumento di coaching, quella dell’ascolto e riformulazione sono ciò di cui hai bisogno per condurre correttamente una sessione di counseling.

Con coloro che presentano comportamento e risultati al di sotto della media, questo approccio è la scelta appropriata. Per definizione, il counseling è un processo di supporto per definire e correggere problemi o abilità personali che influiscono sulle prestazioni. Il consulente porta a condivisione tali comportamenti e le loro conseguenze, poi fornisce la direzione e l’assistenza per tutto il tempo necessario per arrivare a un cambiamento.

Il mentoring è riservato alle risorse di maggior talento. Se un’azienda li aiuta a progredire diventeranno grandi performer ora e grandi alleati in futuro. Se ignorati, troveranno qualcun altro – forse un concorrente – che apprezzerà il loro talento.

Il mentoring è solitamente l’approccio migliore per i performer superiori alla media, quelli che stanno eccellendo. Il mentore, per definizione, è un individuo con esperienza e conoscenze consolidate che si impegna a fornire sostegno e consulenza di carriera / lavoro a una persona meno esperta. Questo è lo strumento migliore per coloro che potenzialmente possono aspirare a ruoli importanti ma hanno ancora bisogno di aiuto e tempo per potervi accedere.

Mentre un coach non prende parte alla decisione sulle azioni da intraprendere, un mentor può aiutare fornendo suggerimenti e consigli.

In qualità di mentore hai la responsabilità inoltre di rappresentare i valori dell’azienda, dare l’opportunità di fare discussioni aperte e incoraggianti, offrire istruzioni sulla struttura e le dinamiche politiche aziendali, indicare i decisori che possono aiutare il tuo mentee e fornire contatti e risorse.

Tuttavia, non puoi fare da mentor ai tuoi collaboratori. Una delle cose più importanti di questa pratica è la completa assenza di un rapporto di lavoro diretto tra il mentor e il mentee. Un mentor pertanto è solitamente un senior manager appartenente a un dipartimento completamente diverso da quello del mentee.

Questo è il motivo per cui il mentoring viene solitamente proposto dal dipartimento risorse umane all’interno di uno specifico programma di sviluppo, piuttosto che un’iniziativa che parte dalla linea.

Commitment - Turning Potentials into Results

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