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Come il discorso interiore modella pensieri e decisioni

Dicembre 29th, 2021 Posted by Notizie 0 thoughts on “Come il discorso interiore modella pensieri e decisioni”
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Charles Fernyhough è scrittore e psicologo alla Durham University. Dirige “Hearing the Voice” (hearingthevoice.org), un progetto di ricerca sul discorso interiore finanziato dal Wellcome Trust.

Nel suo studio, condotto nel 2011 presso l’Università di Durham, nel Regno Unito, il Dr. Fernyhough e il suo collega Simon McCarthy-Jones hanno scoperto che il 60% delle persone attribuisce al proprio discorso interiore la stessa qualità di una vera e propria conversazione. Il discorso interiore ha infatti alcune proprietà molto speciali. Gran parte della ricerca moderna è stata ispirata dalle teorie a lungo trascurate di L. S. Vygotsky, uno psicologo russo la cui carriera si è svolta agli albori dell’Unione Sovietica.

Partendo dall’osservazione di bambini che parlano da soli mentre giocano, Vygotsky ha ipotizzato che l’individuo sviluppi un discorso privato derivandolo dal dialogo sociale con i genitori, le persone più intime e gli operatori sanitari. Nel tempo, questi mormorii privati ​​vengono ulteriormente interiorizzati per formare un vero e proprio discorso interiore.

Vygotsky ha notato che il discorso interiore subisce alcune importanti trasformazioni quando viene interiorizzato. Per esempio diventa abbreviato o condensato rispetto al modello del discorso esterno. Ad esempio, se sentiamo un forte suono metallico di notte e ci rendiamo conto che la colpa è del gatto, probabilmente non diremo a noi stessi: “Il gatto ha rovesciato la pattumiera”. Piuttosto ci diremo semplicemente “Il gatto!”, poiché quell’espressione contiene tutte le informazioni che dobbiamo esprimere a noi stesso.

Perché si sviluppa dalle interazioni sociali, il discorso interiore assume alcune delle qualità di un dialogo, e cioè uno scambio tra diversi punti di vista.

La teoria di Vygotsky suggerisce anche alcune possibilità sul modo in cui il discorso interiore viene creato nel cervello. Poiché è derivato dal discorso esterno, come ha proposto, ci si aspetta che entrambi attivino le stesse reti neurali.

Una delle scoperte più importanti di Vygotsky è stata che il discorso privato e interiore ci offre un modo per prendere il controllo del nostro comportamento, usando le parole per dirigere le nostre azioni. Ad esempio, mentre guido fino a una rotonda nel traffico intenso, dice Fernyhough, mi dico ancora: “Dai la precedenza a destra”. 

Pertanto, migliorare il nostro discorso interiore significa migliorare il nostro comportamento.

Il linguaggio interiore può favorire la nostra crescita personale quando viene utilizzato per fare programmi e per aumentare la consapevolezza di sé.

Le persone con autismo, che spesso hanno problemi con la comunicazione linguistica, sembrano non usare il linguaggio interiore per la pianificazione, sebbene lo usino per altri scopi come la memoria a breve termine. Maggiori difficoltà derivano dalle situazioni danneggiamento delle aree linguistiche del cervello, che possono mettere del tutto a tacere la voce interiore di chi le ha subite. Una di queste persone, la neuroanatomista Jill Bolte Taylor, ha riportato una mancanza di consapevolezza di sé dopo un ictus che ha danneggiato il suo sistema linguistico, supportando l’idea secondo cui il pensiero verbale può essere importante per la comprensione di sé, e quindi l’autocontrollo.

Adattato da Life in the chatter box, New Scientist, June 2013

formiche

Liberati dalle “formiche” mentali

Dicembre 9th, 2021 Posted by Notizie 0 thoughts on “Liberati dalle “formiche” mentali”
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Shani Tsadik, nel suo libro “A Quick Guide To Happiness” afferma che tutte le persone, noi inclusi noi, affrontano ogni giornata producendo pensieri inutili o perfino dannosi, che ne siano consapevoli o meno.

Questi pensieri ci impediscono di sviluppare e realizzare il nostro pieno potenziale. Alcuni di loro possono persino far crollare la nostra autostima e il modo in cui percepiamo noi stessi, arrivando a influenzare il nostro senso di identità personale.

“Ogni volta che permettiamo a questo tipo di pensieri di assumere carattere di verità ci mettiamo nella condizioni di attirare situazioni negative, diverse da quelle che in realtà la vita ci offre. Ciò crea un effetto domino e ci mette in relazione con gli altri in modo disfunzionale“, scrive Tsadik.

Abbiamo pertanto bisogno di sapere qualcosa in più su questi pensieri negativi e su come essi hanno impatto su di noi.

In questo articolo faremo conoscenza con ciò che il Dr. Daniel Aman, psichiatra ed esperto di salute mentale chiama “formiche“, da “ANT” (Automatic Negative Thoughts). Ecco le nove ANT più comuni, che si manifestano attraverso il linguaggio che più o meno consciamente intratteniamo con noi stessi:

 

Bianco o nero

Singnifica pensare in termini dicotomici: le cose sono buone o cattive, giuste o sbagliate, belle o brutte. Comprende tutti i pensieri che pongono i giudizi agli estremi, senza vie di mezzo o sfumature.

Esempio: “Ho fatto un sacco di errori! Se non riesco a farlo perfettamente, a questo punto meglio lasciar perdere del tutto”

 

Filtraggio negativo

Questi sono i pensieri che ci fanno concentrare sul lato negativo di una situazione ignorando ciò che è positivo o qualsiasi altra informazione che contraddica la nostra visione negativa della situazione.

Esempio: “Il mio capo ha detto che gran parte dei miei contributi erano ottimi, ma che tuttavia è stato necessario correggere diversi errori. Probabilmente pensa che sono un incapace”.

 

Chiromanzia negativa

Prevedere un risultato negativo e assumere questa previsione come dato di fatto. Proprio per questo, poi, le nostre paure possono auto-realizzarsi perché diventano convinzioni. Anche se si basano su esperienze già fatte, prevedere le nostre azioni in base a comportamenti passati può impedirci di vedere l’opportunità di cambiare la nostra situazione.

Esempi: “Sono sempre stato così. Non potrò mai cambiare. So che non funzionerà, quindi non ha senso provarci.”; Lo so gà. questa relazione fallirà di nuovo, di sicuro”.

 

Ingigantire

Tendenza a esagerare le battute e le parole che non hanno di per sé un certo significato. Anche se qualcosa viene buttato lì come scherzo, ci convinciamo che quella persona intendesse davvero affermare quanto detto. Questo ci fa cadere in una spirale involutiva e ne facciamo un grosso problema.

Esempio: “Mi sembri moscio oggi!”

 

Ragionamento emotivo

Le sensazioni vengono scambiate per fatti. Tendiamo a dare conseguenza logica a stati emotivi attribuendo ad essi la caratteristica di realtà.

Esempio: “Mi sento un fallito, quindi sono un fallito. Mi sento brutta, quindi devo essere brutta. Mi sento senza speranza, per cui mia situazione è irrisolvibile”.

 

Colpa

Significa incolpare noi stessi e creare false credenze su noi stessi, distruggendo la nostra motivazione.

Esempi: “È stata tutta colpa mia”; “Non avrei dovuto dirlo”; “rovino sempre le cose belle”;. “Ecco sono io che porto sempre sfortuna”

 

Personalizzazione

Offendersi o arrabbiarsi per ciò che le persone dicono o fanno, pensando che le loro osservazioni siano rivolte a noi come persona.

Esempio: Giovanni era di pessimo umore e non ci ha notati passando. Ma noi la prendiamo nel modo sbagliato e pensiamo: “Devo aver fatto qualcosa. È ovvio che non gli piaccio, altrimenti mi avrebbe detto almeno “ciao”.

 

Lettura della mente

Fare supposizioni sui pensieri, i sentimenti e i comportamenti di altre persone e attribuire loro intenzionalità senza averne prove certe.

Esempio: “Maria sta parlando con Luigi, quindi preferisce lui a me. Probabilmente pensa che io non valgo molto”.

 

Etichettatura

Generalizzazioni ed etichette che attribuiamo a noi stessi e consideriamo quasi fossero caratteristiche innate, o pesi che ci portiamo sulle spalle.

Esempio: “Sono sempre l’ultimo a sapere le cose, ovunque io vada”.

Come disse Plutarco, “Ciò che cambiamo interiormente cambierà la realtà esterna”. Riconoscere questi pensieri negativi e liberarsene è dunque il primo passo verso la felicità.

Adattato da Tsadik, Shani D. “A Quick Guide To Happiness: Life Changing Tools and Techniques to Transform Your Life Immediately”, Ses Ventures

meditazione

Che cos’è la meditazione?

Dicembre 20th, 2018 Posted by Notizie 0 thoughts on “Che cos’è la meditazione?”
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Geshe Kelsang Gyatso, fondatore del Centro di Meditazione Heruka Kadampa, definisce la meditazione come un’azione mentale che causa direttamente la pace interiore. Per ottenerla è necessario concentrarsi su un “oggetto virtuoso”.

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