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Ripensare all’esperienza dei collaboratori con un approccio più umano

Aprile 7th, 2022 Posted by Notizie 0 thoughts on “Ripensare all’esperienza dei collaboratori con un approccio più umano”
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I responsabili delle risorse umane comunemente presumono che un’azienda, per essere considerata come un ottimo employer, debba fornire i benefit materiali  il più competitivi possibile. Una nuova ricerca ha infatti evidenziato come questo punto di vista sia superato. Le aziende dovrebbero invece concentrarsi non solo su ciò che danno ai dipendenti, ma anche su come le loro offerte fanno sentire i dipendenti.

Al giorno d’oggi, l’impegno e la lealtà dei collaboratori non sono più correlati semplicemente ai tradizionali benefit materiali. Sempre più spesso, infatti, questi tendono a valutare soprattutto il modo in cui si sentono all’interno dell’organizzazione per la quale lavorano.

Le aziende facenti parte della classifica di Fortune 500 spendono più che mai in benefit per i collaboratori, quasi 2.500 dollari all’anno per dipendente, in media.

Ma uno studio della società di ricerca e consulenza Gartner, che comprende indagini globali su 5.000 dipendenti e più di 150 leader delle risorse umane, rivela che l’impegno dei dipendenti è stato piatto dal 2016.

Carolina Valencia, vicepresidente della divisione HR di Gartner e uno degli autori dello studio, afferma: “Le aziende sono state impegnate in una corsa agli armamenti per offrire i migliori vantaggi. Ma una volta che i bisogni di base sono stati soddisfatti, le persone sono più fortemente motivate dai sentimenti che dalle caratteristiche materiali. I dipendenti oggi vogliono essere trattati come persone, non solo come lavoratori”. Si dovrebbe quindi iniziare ad offrire quello che gli autori di questa ricerca hanno definito human deal, un accordo umano che faccia sentire i collaboratori apprezzati, sostenuti e coccolati dal punto di vista finanziario, fisico ed emotivo. 

I ricercatori suggeriscono di seguire questi consigli:

Connettersi con le vite dei dipendenti al di fuori del lavoro

Le aziende di solito non si preoccupano delle questioni non lavorative dei dipendenti, in parte per rispettarne la privacy. I ricercatori tuttavia sottolineano che durante la pandemia i tradizionali confini sono molto più sfumati, quindi i lavoratori non desiderano più che la loro vita lavorativa e quella privata siano totalmente separate. 

Garantire l’autonomia

Molte organizzazioni permettono il lavoro a distanza almeno per una parte del tempo. Ma dovrebbero andare oltre, puntando a una flessibilità radicale in cui i dipendenti decidono idealmente con chi, su cosa e quanto lavorare. Gartner ha evidenziato che l’adozione di una flessibilità radicale aumenta del 40% il numero di dipendenti definiti ad alte prestazioni.

Promuovere la crescita personale

La maggior parte delle organizzazioni offre programmi per favorire la crescita professionale. Ma i dipendenti vogliono anche opportunità concrete di crescita personale. Come career coaching, servizi alla comunità o lezioni di lingua. 

Instillare uno scopo condiviso

I dipendenti vogliono sentirsi coinvolti nei valori e negli obiettivi dell’azienda per la quale lavorano, compreso il modo in cui questa si relaziona con il mondo esterno.  I leader possono esitare a mettere in evidenza il loro attivismo per paura di alienare i dipendenti con opinioni diverse, ma queste preoccupazioni sembrano essere esagerate. La ricerca afferma infatti che i lavoratori preferiscono quando i loro leader prendono una chiara posizione su questioni sociali a cui tengono. I ricercatori suggeriscono inoltre di istituire riunioni regolari per discutere le questioni emergenti con tutta l’azienda.

Fornire offerte volte al benessere personale e aiutare le persone a usarle

La maggior parte delle grandi aziende offre una varietà di programmi volti al benessere, ma pochi collaboratori ne approfittano perché le esigenze cambiano parecchio da persona a persona e nel tempo.  Le aziende possono allora incoraggiare i propri collaboratori a valutare periodicamente il loro benessere e a parlare candidamente della propria salute mentale fornendo così ai manager una chiara e sempre aggiornata direzione da seguire.

Adattato da “Rethinking Your Approach to the Employee Experience” – Harvard Business Review 202202

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