persone difficili

Impara a riconoscere e gestire le persone difficili

Maggio 10th, 2019 Posted by Notizie 0 thoughts on “Impara a riconoscere e gestire le persone difficili”
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Hai mai dovuto lavorare con qualcuno di particolarmente “difficile”? Hai mai lasciato un lavoro a causa di qualcuno con cui non riuscivi a lavorare?

Nel corso degli anni, noi di Commitment abbiamo raccolto le testimonianze di molte persone che che hanno fatto esperienza di lavoro con colleghi difficili. Eccone alcuni esempi, con i relativi suggerimenti su come affrontare le varie situazioni:

  1. Il critico: “Cattiva idea, che non funzionerà mai”

Questa persona non è d’accordo con nulla di ciò che proponi, è sempre pronta a trovare problemi e difficoltà e non riesce mai a vedere le opportunità. Alle persone critiche piace mostrare che la loro visione di come deve essere fatto un lavoro è migliore e per fare questo si concentrano anche sui più piccoli dettagli e – naturalmente – sui più piccoli errori degli altri.

Anzitutto ricorda che alcune critiche sono utili, perché spingono a migliorare. Quindi il primo passo è ragionare su ciò che dice il critico ed estrarne qualsiasi cosa possa servire a migliorare. Ma quando la critica è generica e difficilmente utilizzabile, suggeriamo di chiedere esempi specifici, prove specifiche e suggerimenti specifici. Questo porterà a caricare di lavoro chi critica, che sarà pressato a dare sempre ulteriori informazioni. Così se fornirà le informazioni che ci servono di fatto lavorerà per noi, altrimenti a poco a poco smetterà di criticare. In questo processo bisogna fare solo attenzione a non farsi trascinare dalla negatività: concentrati sulla tua strada e sulla direzione giusta da prendere.

  1. Il guscio d’uovo: “Non dirmi nulla perché per me è troppo”

Si tratta di una persona molto fragile e sensibile, a cui è difficile parlare in modo franco perché di solito fraintende, prende i commenti sul personale e diventa negativa, arrabbiata o offesa. È interessante notare come molte persone sensibili siano spesso tra i top performer di un’organizzazione.

È necessario comprendere che le persone che rientrano in questa tipologia si sentono insicure del proprio lavoro, delle proprie capacità, del proprio potere. Come suggerimento, cerca di trovare modi diversi per offrire loro sostegno e incoraggiamento, rassicurali sul fatto che stanno facendo bene e, se possibile, riduci stress e pressioni. Assicurati che quando dai loro un feedback, ciò sia fatto con delicatezza: non renderlo mai personale e fallo lentamente, assicurandoti che una parte venga capita prima di procedere con quella successiva. Cerca di dare loro compiti che per loro siano significativi, scoprendo cosa li motiva.

  1. Il rimbalzatore:  “Non è nella mia job description”

Questa persona si rifiuta di fare qualsiasi cosa che non sia nelle sue responsabilità lavorative ufficiali, anche se si tratta di un compito piccolo e semplice.

Nella nostra esperienza questo atteggiamento è spesso legato a una bassa autostima di sé e del proprio ruolo; i rimbalzatori si prendono una forma di vendetta sui colleghi a causa dell’infelicità su come vengono trattati. Se sei il loro manager parlagli, cerca di capire con loro il motivo della loro insoddisfazione e procura loro opportunità di sviluppo. Spiega perché ti aspetti che svolgano un compito e perché ne apprezzi il risultato. Se sei un collega, spiega al rimbalzatore perché è importante per te il suo aiuto e convincilo che è la persona migliore per fare il lavoro che gli stai richiedendo.

  1. Il carro armato: “Fallo a modo mio o togliti di mezzo”

Questa persona ha la tendenza a distruggere tutti gli ostacoli, comprese le persone che ritiene siano sulla sua strada. I carri armati sono dittatoriali e spesso arrabbiati e aggressivi, e amano sfogare le loro frustrazioni sugli altri.

In primo luogo, se il carro armato eccede verso di te o un collega, riferiscilo alle risorse umane o a un collega senior di cui ti fidi. Non devi affrontare il problema da solo e dovresti parlarne con qualcuno.

È molto importante essere assertivi con un carro armato: se mostri debolezza, ti schiaccerà. Rimani molto calmo ed educato nel chiarire quello che vuoi ottenere. Descrivi chiaramente l’impatto del suo comportamento (“Quando fai x, mi fa sentire y e il risultato è z”) e dichiara chiaramente cosa vuoi che faccia in modo diverso per poter insieme dare un risultato migliore. Potrebbe esserti necessario ricordare che avete avuto quella conversazione, se tornerai a sperimentare un cattivo comportamento. Alla fine, a furia di ricordare ai carri armati l’impatto negativo del loro comportamento, dovrebbero iniziare a cambiare.

  1. L’irresponsabile: “Può aspettare, lo farò domani”

Il lavoro è una priorità molto bassa per persone di questo tipo, che cercano di fare il meno possibile e lo fanno senza alcuna urgenza.

Di solito hanno bisogno di avere obiettivi, standard e aspettative chiare e quindi hanno bisogno di un attento monitoraggio. Ma è anche importante cercare di stabilire la causa del problema. Parla con loro per vedere se hanno un problema con il progetto, con l’azienda, con te e con qualcun altro. Sonda se per caso c’è qualcosa che riguarda la vita personale e vedi se c’è qualcosa che puoi fare per aiutarti. Definisci chiaramente gli obiettivi e le aspettative e verifica che ciò sia compreso. Concorda con loro modalità e frequenza con cui i loro progressi verranno monitorati e chiarisci bene le conseguenze dell’inazione.

  1. Il perfezionista “Non sarò mai felice se non raggiungiamo l’obiettivo (irrealistico)”

Questa persona ha degli standard non realistici e critica anche il lavoro eccellente che viene elogiato da altri, affermando che è inaccettabile per lui o per lei.

È importante capire che sta esprimendo la propria insicurezza. Per gestirlo, riconosci dove c’è spazio per miglioramenti (“Sono d’accordo che la prossima volta potrei concentrarmi di più su …”) ma costringilo a esplorare anche i lati positivi di quanto fatto. Lavora con lui in anticipo per impostare aspettative più realistiche per se stesso e gli altri.

  1. Il resistente: “Preferisco alla vecchia maniera”

Questa persona pensa che il cambiamento sia negativo e trova mille motivi per combatterlo, per esempio non implementandolo o, a volte, addirittura sabotandolo.

Assicurati di coinvolgere i resistenti fin dall’inizio e di utilizzare metodologie solide quando introduci variazioni o novità. Pianifica in anticipo: anticipa i loro probabili punti di resistenza e pensa a come affrontare ognuno di essi. Introduci gradualmente il cambiamento in modo che abbiano il tempo di abituarsi ad esso e rendilo facilmente riconoscibile – hanno bisogno di capirlo e di adattarsi ad esso. Rispondi alle loro domande e dai loro spazio e tempo per lasciar loro esprimere tutti i dubbi.

  1. Il gossipparo “Lascia che ti dica cosa sta davvero accadendo”

Questa persona sente una mancanza di controllo sul proprio ambiente o su altre persone, quindi diffonde pettegolezzi e pettegolezzi per riuscire a guadagnare l’impressione di controllo.

Il modo più semplice per far fronte a queste persone è assicurarsi che tutti abbiano le informazioni e i fatti di cui hanno bisogno, rendendo inutile il bisogno di ascoltare Gossip. Ma puoi anche affrontare il Gossip indicando quello che hai sentito e dando la possibilità di tirare fuori la vera lamentela. Di’ ai gossippari che i pettegolezzi non saranno tollerati e introduci la regola che appena se ne presenta uno si andrà subito dall’interessato a rivelare ciò che è stato detto. Non rispondere mai con più commenti sulla persona oggetto dei pettegolezzi.

  1. Il biasimante: “Lo dicevo, è stata colpa sua!”

Questa persona cerca di trasferire costantemente la colpa agli altri e si sente meglio nel vedere gli altri mettersi nei guai.

Fornisci ai biasimanti esempi molto specifici di come rischiano di compromettere il clima e i risultati. Non lasciare che ti distraggano parlando di come altre persone hanno sbagliato, anche se portano fatti. Chiedi al biasimante in che modo lui ha intenzione di risolvere il problema e quali azioni intraprenderà per assicurarsi che non si ripeta, indipendentemente da chi l’ha causato.

  1. La vittima “Ho rinunciato alla mia vita per te e a nessuno importa”

Questa persona arriva spesso in anticipo e rimane fino a tardi. Si lamenta del carico di lavoro e degli altri. Sente che il proprio sforzo è poco apprezzato.

Le vittime rispondono bene a feedback regolari e positivi riguardo a quanto apprezzi il loro contributo e il duro lavoro, soprattutto di fronte ai colleghi. Sii consapevole del fatto che molte persone con questo quadro psicologico hanno una vita familiare difficile e quindi il lavoro fornisce una distrazione e anche uno spazio sicuro: sii pertanto sensibile a questo aspetto.

Per concludere, possiamo dire che le persone difficili esistono in tutti i luoghi di lavoro e per essere efficaci nel raggiungere gli obiettivi abbiamo bisogno di sapere come gestirli. In generale è vincente stare calmi, costruire un rapporto, cercare di capire le ragioni del loro comportamento, concentrarsi solo su ciò che può essere cambiato. Tutti questi sono ottimi prerequisiti per il successo. Dobbiamo però anche essere consapevoli che a volte potrebbe essere necessario portare il problema ad un’autorità superiore e che, in circostanze estreme, l’unica soluzione praticabile per uscire dalla situazione è trovare una collocazione organizzativa diversa.

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