Da quando Commitment è nata nel 1998 abbiamo lavorato con molte aziende internazionali
e molti manager che gestiscono ogni giorno risorse di paesi diversi. Per 20 anni abbiamo notato che tale diversità culturale può sicuramente creare opportunità, ma anche tensioni e conflitti. Il nostro compito è stato quello di supportare la gestione di tali situazioni.
Cos’è, dunque, che rende alcuni così fiduciosi ed entusiasti nel lavorare con altre culture e altri così frustrati e stressati?
Un fattore chiave di successo nel far funzionare le relazioni lavorative tra paesi diversi è ciò che viene definita intelligenza interculturale. Nel nostro modello, ci sono una serie di caratteristiche che ne delineano i tratti principali:
1) Consapevolezza di sé: consapevolezza delle influenze culturali su noi stessi e di come i nostri valori principali possano condizionare la nostra percezione di altre culture.
2) Consapevolezza degli altri: osservazione imparziale, identificazione delle similitudini e delle differenze senza giudicarne i valori. Comprensione di ciò che è importante per gli altri.
3) Conoscenza: scoperta di culture differenti dalla nostra, condivisione, sperimentazione e confronto della stessa con altre.
4) Abilità: utilizzo di capacità interpersonali come comunicazione efficace, ascolto attivo, costruzione di fiducia, gestione della diversità e, ove necessario, gestione dei conflitti.
5) Atteggiamento: disporsi in modo positivo, accogliente, tollerante e paziente.
Spesso i manager ci chiedono: “Cosa posso fare per attivare un’ efficace intelligenza interculturale”?
Ecco cosa consigliamo:
Conosci la tua “lente culturale”
Crescendo, sviluppiamo un modo particolare di osservare il mondo ed interpretare la realtà che ci circonda. Ciò deriva da diversi fattori: le persone con cui cresciamo (es. genitori, insegnanti), le persone con cui viviamo, il nostro accesso ai canali media e alle informazioni, il paese in cui siamo nati e quello in cui viviamo ora.
Non sempre siamo consapevoli, tuttavia, della “lente culturale” con cui osserviamo il mondo, spesso non ci rendiamo nemmeno conto di averla. Per tale ragione quando si cerca di utilizzarla per osservare altre culture è possibile che sopraggiungano “alterazioni”, incomprensioni e conflitti. È bene, quindi, ritagliarsi del tempo per riflettere sul “modus operandi” che caratterizza il proprio paese e, nel momento in cui si lavora con colleghi stranieri, non offendersi di potenziali stereotipi comportamentali, ma “andare oltre” per comprendere le regole della propria “lente culturale” (il proprio modo di vedere le cose).
Non giudicare, adotta una mentalità aperta
Anni fa ho osservato un senior manager e un suo collaboratore che discutevano a voce alta in un open space. Sono rimasta scioccata. Per un inglese tale dinamica esprime il fatto che non si sappiano controllare le proprie emozioni. Dopo un paio di minuti, però, tutto era stato risolto e sia il senior manager che il collaboratore erano calmi. Solo dopo ho compreso: ciò che avevo inizialmente interpretato come una “irrispettosa perdita di controllo” era, per quella cultura, un modo perfettamente normale di confrontarsi e trovare la soluzione ad un problema. Ho imparato una lezione importante e cioè quella di non giudicare mai e non attribuire ai comportamenti un valore positivo o negativo senza comprenderne prima bene il contesto.
È la natura umana che ci spinge a giudicare e ad arrivare a conclusioni immediate; tuttavia è particolarmente pericoloso farlo quando si lavora in un contesto multiculturale. Un comportamento apparentemente strano o inaccettabile per una cultura potrebbe risultare perfettamente normale per un’altra. Per questo è necessario mantenere la mente aperta.
Osserva e verifica di avere compreso correttamente
Spesso ci aspettiamo differenze culturali tra continenti diversi (es. tra Stati Uniti e Cina), in tal caso siamo curiosi e facciamo domande per saperne di più. In realtà ci sorprendiamo quando anche nell’ambito di un unico continente esistono delle diversità: gli stessi paesi europei sono culturalmente distanti tra loro e ciò ha un certo impatto sul modo di lavorare.
Mi ricordo di avere lavorato per un cliente che aveva sede in Italia e nel Regno Unito. Il personale aveva difficoltà a lavorare come una squadra e il morale era molto basso.
Abbiamo identificato un gruppo misto di personale britannico e italiano e analizzato 26 aree di indagine riconducibili alla vita lavorativa quotidiana come la puntualità, le pause, il codice di abbigliamento, la gestione delle emozioni, la modalità di svolgimento delle riunioni e la gestione dei conflitti. Prima di iniziare, il gruppo mi ha detto allegramente: “Siamo tutti europei”, “I nostri Paesi sono vicini”, “Esiste una minima differenza culturale”. Dopo l’analisi è emerso che 24 delle 26 aree esaminate erano differenti. Le abbiamo condivise e ne abbiamo discusso l’impatto produttivo giornaliero. Abbiamo concordato anche azioni specifiche per essere più attenti ai bisogni, alle aspettative e alla modalità di lavoro dei colleghi.
E’ necessario, dunque, non dare nulla per scontato, osservare attentamente e porre domande rispettose. Utili guide possono essere trovate su www.commisceo-global.com/resources/country-guides.
E infine … Mostra sempre empatia, flessibilità e pazienza
Se ritieni che a volte sia difficile lavorare con culture diverse, non sei il solo; anche persone dotate di elevata intelligenza interculturale possono incontrare potenziali incomprensioni e possono sentirsi deluse. Cerca di essere paziente, tollerante e flessibile, riconoscendo che le caratteristiche culturali influenzano il modo in cui le persone si comportano. Un sorriso fa molto per ridurre la tensione, creare fiducia. E se commetti un errore, non farti prendere dal panico, poiché la maggior parte delle persone sarà tollerante: basta riconoscerlo, correggerlo e, soprattutto, farne tesoro.