La performance lavorativa, oltre gli aspetti tecnici, all’impegno e alla dedizione, dipende sempre di più dalla capacità di relazionarsi con le persone.
Il fattore che rivela la qualità di una relazione non sono i momenti “buoni”, quelli in cui tutto fila liscio e senza intoppi, ma i momenti difficili, conflittuali e da come questi vengono affrontati e gestiti.
I conflitti hanno diverse forme di espressione e, per questo, non vengono considerati allo stesso modo: ci sono quelli evidenti e quelli latenti. Questi secondi sono meno chiari e quindi molto spesso ignorati. Se i primi sono prontamente resi noti e sempre sotto oggetto di attenzione, i secondi possono sfuggire ma risultano essere altrettanto, se non maggiormente, importanti per la cura della relazione.
Se si mettono in priorità le cose importanti e urgenti non viene quasi mai messo in agenda un momento per fermarsi, sedersi e riflettere su tutte quelle relazioni, apparentemente buone, ma che, con uno sguardo più profondo e soprattutto più sincero, si possono considerare portatrici di un attrito non detto, indefinito: un conflitto latente.
Se invece una riflessione viene fatta con metodo si può leggere la realtà in modo diverso e quindi rilevare ciò che prima si ignorava e ragionare consapevolmente dei disagi che provoca una situazione in apparenza normale.
Il passo successivo e, forse, il più difficile è quello di rendere noto il proprio pensiero all’interlocutore, il diretto interessato. L’obiettivo è comunicarlo nel modo più funzionale possibile, ovvero in un modo che non generi barriere e che ottenga un reale effetto di cambiamento.
Di seguito alcuni punti importanti da seguire:
- Attivarsi il prima possibile, ogni giorno che passa può aumentare lo stress e ingigantire le difficoltà
- Fare un buon preambolo: dichiarare gli intenti positivi di ciò che si andrà a dire
- Comunicare il proprio disagio in forma di apertura genuina: una realtà inoppugnabile
- Portare a discussione solo comportamenti osservabili
- Non attaccare la persona
- Non argomentare su opinioni
- Evidenziare l’impact on business, le conseguenze negative sul lavoro, gli effetti negativi che provocano tali comportamenti sulla performance di entrambi e del il team
- Trasformare in un’azione specifica: negoziare insieme un cambiamento nei dettagli precisi delle situazioni critiche non rimanendo vaghi nella forma di un buon proposito
- Gestirli al meglio senza pretendere di risolverli una volta per tutte
Gestire i conflitti latenti non significa risolverli perché ogni atto comunicativo nasconde un possibile germe di conflitto. Il corretto approccio mentale è quindi quello di aprirsi il più possibile nel rilevare tutti i segnali deboli naturalmente presenti in ogni relazione e, una volta affrontata la questione, rimanere sempre in uno stato di sana allerta. Pronti a trasformare in positivo ogni interazione.